Vide
casa sua, d’inverno, un cane nero che correva, sua madre.
Lampi.
Sentì
la pelle, la minuscola peluria come seta dolce, quell’odore umido e gradevole.
Il suo
ricordo.
Ascoltò
voci, tante voci.
Vide
ancora il cane, correva sempre.
Sentì
ancora la pelle della bambina.
Poi…tempo
finito. Fine del ricordo.
Lara,
“un fantasma, un’entità fatta d’aria e pulviscolo. Invisibile e muta”.
La
storia di "Cuccioli" comincia con una
donna e il suo strano sogno, “un lampo tra coscienza e incoscienza” , che genera
strane sensazioni che i sensi portano alla mente nell’attimo esatto in cui il
tempo sta per finire.
Un
Cucciolo nasce ad aprile e ad aprile si svolge questa incredibile storia in
cui ad essere colpiti dalle deviazioni dell’anima sono gli indifesi.
Tanti
cuccioli spariscono e un cucciolo viene abbandonato, ad aprile.
E se
non arriva nessuno?
Arriveranno.
Arrivano
i Bastardi.
Arriva
lui, Francesco Romano, lui con il problema
della rabbia che diventa un velo rosso davanti agli occhi. Arriva lui a trovare
il fagottino rosa. Gli dà un nome, al fagottino. Lo chiama come lei. Lei, che
non riesce a dimenticare. Lei, l’unica.
Le
mani.
Le
mani che avevano tenuto la bambina gli fanno venire in mente la tenerezza.
Mancanza,
di lei.
La
bambina sta male. I bambini, anche nell’incoscienza, chiedono aiuto a chi li
ama. Ce la farà? Magari è un cucciolo testardo.
E il
suo posto è vicino a quel cucciolo.
Arriva Giorgio Pisanelli, con il suo ospite e la sua solitudine e la sua ossessione per i suicidi.
Arriva Marco Aragona e due occhi scuri a
seguirlo. Dove erano finiti i Cuccioli? C’era qualcuno dietro la loro
improvvisa scomparsa?
Per
Aragona il momento migliore della giornata è la colazione, perché c’entra
l’amore: Irina, i suoi occhi azzurri e la sua voce.
E gli occhi scuri sono quelli che gli dicono: “tu sei Aragona, il miglior poliziotto
che c’è”.
Arriva
Il commissario Luigi Palma e il suo
appoggiarsi sempre alla scrivania di Ottavia, stavolta a lasciar entrare l’aria
dolce di aprile dalla finestra socchiusa. Ma ad aprile il cielo si annuvola
spesso.
Arriva Ottavia Calabrese e il suo problema:
Riccardo, la sua paura e la sua debolezza, nel peso del carcere a vita che è la
malattia di suo figlio, e la sua solitudine, nell’inutilità di una vita piatta
con un uomo perfetto.
Palma
e Ottavia e il silenzio tra di loro, carico di emozioni.
Arriva
Alessandra Di Nardo e la .22 sotto
l’ascella sinistra, e la sua paura di dire, e la sua voglia di fuggire, e la
sua certezza di amare. Perché l’amore è necessario alla felicità, ma può essere
il più profondo fra gli abissi della disperazione.
Arriva Giuseppe Lojacono. Lui deve entrare. “Il
morbo di Caino non conosce guarigioni”. Tutte le sfumature dell’odio lo portano
sulla scena del delitto, ogni volta. “L’unica scena sulla quale gli spettatori
arrivano quando la rappresentazione è già finita”.
Ma lui
ha il suo cucciolo, lui ha Marinella…
Arriva
Lei, la città. E' femmina, senza nessun
dubbio. Arriva a far impazzire tutti, senza speranza e senza ritorno.
Maurizio
de Giovanni non delude mai. Le sue storie entrano nella mente, attraversano il
cuore, si fermano sotto la pelle e restano lì, a far parte di te.
“Cuccioli”
per i Bastardi di Pizzofalcone è il racconto di uno straordinario viaggio
nell’anima degli indifesi. E’ la storia di cuccioli spariti, di un cucciolo
abbandonato e di un cadavere.
Perché
un cadavere cambia tutto, nella città femmina, ad aprile.
Brunella Caputo
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