giovedì 4 febbraio 2016

"È LA STAMPA BELLEZZA" di Piera Carlomagno - Dieci Minuti per Uccidere di Francesco Caringella - Newton Compton






L’originalità della struttura narrativa oltre che della storia, la capacità di penetrare il nero delle anime, l’ambientazione felicissima tra Puglia e Costa Azzurra, l’abilità nel creare suspense, una figura nuovissima di investigatore, sono alcuni degli elementi che rendono davvero avvincente e interessante l’ultimo romanzo del Consigliere di Stato Francesco Caringella, barese d’origine e romano d’adozione. Lui sarà a Salerno oggi, per presentare “Dieci minuti per uccidere” edito da Newton Compton, a palazzo di città alle 17,30, accompagnato da un nutrito gruppo di colleghi salernitani che discuteranno del processo penale. Che però nel libro c’è poco o niente, perché il noir di Caringella è uno di quei romanzi che permette al fortunato genere giallo di crescere in maniera artistica, tracciando nuovi solchi, esplorando nuove strade, sperimentando nuove emozioni. Così, in questo “giallo familiare della porta chiusa”, come lui stesso, molto appropriatamente, lo definisce nei ringraziamenti, a portare a termine l’indagine è la vittima, non per straordinari poteri o questioni di vita dopo la morte, ma grazie a quei dieci minuti che ha di tempo prima di esalare l’ultimo respiro. Sono quegli attimi, quando si dice che tutta la vita ti passa nella mente, che gli consentono di venire a capo dell’enigma. E infatti del giallo della camera chiusa “Dieci minuti per uccidere” ha anche il carattere di giallo anglosassone, in cui alla fine un ristretto gruppo di sospettati ha potenzialità e movente giusti. Tutti seduti alla tavola dell’ultima cena a cui la stessa vittima li aveva invitati per dare loro una notizia che avrebbe cambiato le loro vite. Tutti possono averlo fatto, si tratta di capire chi è stato. Antonio De Santis, facoltoso imprenditore di Trani, colpito alle spalle nella sua villa mentre ascolta jazz, ci arriva però per buon senso, portando alla soluzione per mano anche il lettore che, se alla fine non si meraviglia, è soddisfatto per aver letto una storia familiare profonda e un giallo di notevole spessore.
L’emozione prende il lettore fin dalle prime righe, che sono poche pennellate di angoscia pura. Il romanzo viaggia spedito tra la tradizione del giallo e la sperimentazione del noir, si colloca decisamente nel solco di quelli che stanno allargando i confini del genere che, lungi dallo scomparire, resta una delle letture preferite di una fetta sempre crescente di pubblico peraltro molto esigente.

Piera Carlomagno
(Pubblicata su Il Mattino del 3 febbraio 2016)


Nessun commento:

Posta un commento