Non avevo mai
letto Raul Montanari. Grave? Sì, grave. Me lo avevano detto.
Qualche
giorno fa, in una piccola fiera del libro a Castellabate, sono stata attratta
da un libriccino bianco, con la foto di una donna bella e sexi, intitolato “E’
di moda la morte”, Giulio Perrone editore, collana Racconti d’autore, autore
Raul Montanari. Aveva tutta l’aria di un bell’incontro e l’ho comprato senza
indugio. La sorpresa è stata grande. Non amo tantissimo i racconti, ma questi
li ho trovati fantastici, intriganti, sfacciati, duri e ironicissimi. Uno
dietro l’altro, li ho bevuti come un cocktail martini preparato a regola
d’arte. E non va bene. Perché alla fine di ognuno provavo il bisogno di
fermarmi e gustarne meglio il sapore prima di passare al successivo. Sono
adatti a una giornata al mare, per esempio: un racconto sotto il sole che
brucia e un bagno in acqua fredda.
(Ma che scrivi? Una recensione in prima
persona? Sei una giornalista sì o no? Ma sì, alla fine è solo un blog).
Ci sono i
flash dei fotografi, la frenesia pre-evento, le modelle, i giornalisti, gli
stilisti, i pierre, gli agenti, le truccatrici e i registi. C’è la vita di
relazioni pubbliche, tutto il glamour che fa invidia, il cinismo di un mondo in
cui si sorride poco e c’è la verità. Nuda, sfrontata, agghiacciante. Raul
Montanari lo dice chiaro e tondo in uno dei dieci racconti: non gli piacciono i
gialli che danno una soluzione rassicurante, non gli piacciono i romanzetti col
lieto fine, non gli piacciono i “fintoerotici”, i “fintotrasgressivi”. Ovvio,
visto che lui costruisce perfette trame fulminanti, di certo trasgressive e
altamente erotiche. Montanari vuole raccontare il male e tutta l’infelicità che
ne deriva. Lo fa magnificamente attraversando una “Milano torrida, deserta,
brulicante di facce nuove”, celebrando il genio, la fantasia, la sintonia con
la vita, di qualsiasi vita si tratti, in “No way out”; la disillusione ne “La
maschera e la pelle”; il gioco ne “La verità”; estasiando con i dialoghi e i
pensieri de “I lupi”; terrorizzando con “Blackstage”; divertendo e amareggiando
con “L’altro capo del filo”; inebriando di noir con “Roulette russa”; accendendo
di erotismo con “Tu mi conosci, ma non sai chi sono”; lasciando indispettiti
con “Il Creatore”; sbigottiti con “La Musa”. Sesso, sangue, soldi, desiderio,
invidia, passione, noia, finzione, interesse. E poi - mentre una mano scava nella
pancia - a chi verrebbe in mente di regalare a un lavavetri il cellulare che
squilla a ripetizione per una domanda incredibile?
Insomma (io) ho subito comprato il nuovo,
l’ultimo romanzo di Raul Montanari, “Il regno degli amici”, pubblicato da Einaudi.
Piera Carlomagno
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